Ed arrivò il momento dell'addio. Anno 1991, ultimo album dei Queen pubblicato prima della morte di Freddie Mercury (escludendo la raccolta Greatest Hits II), e probabilmente uno dei migliori della celeberrima rockband britannica. Il cantante del gruppo era ormai prossimo alla morte a causa del virus HIV che lo debilitava ogni giorno di più, costringendolo a dare l'addio ai suoi fan, che per più di vent'anni l'avevano meritatamente osannato: il gruppo aveva dunque un'ultima possibilità per regalare al grande pubblico un'altra perla tanto desiderata, una perla del valore di A Night at the Opera, l'album del 1975 dei Queen contenente Bohemian Rhapsody.
Aprendo il cofanetto del disco ed inserendo il cd nel lettore, è possibile subito scoprire il valore dell'ultimo dono della Regina. Title ed opening track è Innuendo. Questa canzone di 6 minuti e 31 secondi si apre con la batteria di Taylor e con Freddie che scandisce il tempo: "One, two, three, four". Entra in scena la Red Special con vigore maestoso, e Freddie esordisce con parole poetiche. Epicamente, si apre la prima parte, la parte Rock, di questo capolavoro. A 2:44 entra in scena la chitarra di Steve Howe, che chiude la prima parte della canzone ed apre la seconda: un flamenco che spiazza l'ascoltatore e lo tiene incollato alle casse dello stereo. Ritmo incalzante, melodia tra le più note della storia del rock, battito di mani. Rientra in scena una voce molto più dolce di Freddie, e poi il coro della band che regala una delle frasi più belle della canzone: "You can be anything you want to be, just turn yourself into anything you think that you could ever be. Be free with your tempo, be free, be free, surrender your ego, be free, be free to yourself.". Rientra così in scena la chitarra di May riportando con la solita forza la canzone nel Rock più vero. E così la canzone ritorna con il ritmo iniziale, frasi sempre più epiche, dopo un primo confronto tra le bellezze della natura ed i meri errori dell'uomo, che ci spingono a mostrarci per ciò che siamo. La canzone si chiude con la voce del più grande cantante del '900.
La seconda traccia, I'm Going Slightly Mad, dal ritmo cadenzato, è dominata da Freddie che ripete di star diventando pazzo e da May, che nella parte centrale della canzone propone un ottimo assolo, perfettamente in tema con la canzone. Qualche sprazzo di coro, e torna il vocalist a deliziarci. Una canzone molto particolare, in particolare per l'atmosfera che crea.
La terza canzone del disco, Headlong, è necessariamente un pezzo Rock vecchio stampo, dopo i due progressive. Forte, ritmato, con la voce di Freddie che infonde un'inconfondibile carica in chi ascolta con una potenza rinnovata. May dà il meglio di sé intervenendo spesso per cambiare le carte in tavola. Dopo il suo assolo, tornano Freddie ed i cori per chiudere la canzone.
È Hard Rock anche I Can't Live With You, canzone molto particolare, con Freddie meno aggressivo rispetto alla canzone precedente ma sempre pronto a darci prova della forza della sua voce.
Quinto pezzo che si distacca dai precedenti due perché molto più pacato e forse più 'ripetitivo', ma da non perdere a causa dell'interpretazione del cantante che si attesta senza dubbio tra le migliori.
Ride the Wild Wind è potente ma diversa dalla terza e dalla quarta canzone, perché penetra direttamente le orecchie di chi ascolta, senza creare un mondo intorno. Come sempre, ottima prova di May.
I cori del gruppo aprono assieme alla Red Special di May la settima traccia, All God's People. A metà strada la canzone cambia radicalmente, dando una svolta seria. Ottimi sprazzi di piano e grande esecuzione in generale da parte di tutto il gruppo.
These Are the Days of Our Lives è un ottimo pezzo che con dolcezza e malinconia ci fa dare un'occhiata al passato. E se gettiamo l'occhio al passato dei Queen vediamo poesia, ma dobbiamo vivere nel passato, perché senza Freddie i veri Queen non ci saranno più. Le ultime parole di Freddie suonano come una dedica sussurrata ai fan, un addio: "I still love you".
Dopo questo commovente pezzo, May ci mostra di cosa sia capace la sua Red Special. May fa miagolare la sua chitarra, in tema con la canzone, Delilah, che parla dell'amato micio di Freddie Mercury.
Il seguito di questa è The Hitman, una canzone di stampo più metal che rock, dominata dai riff di May e dal suo assolo. May offre anche un'ottima prova in Bijou, canzone molto più melodica e pacata, che porta alla fine dell'album. L'album termina con una dedica di Brian May all'amico che presto scomparirà. Lui sa bene che ciò avverrà, ma vorrebbe che fosse possibile che tutto ciò che hanno fatto negli anni sembri infinito. Così dunque inizia The Show Must Go On. Epica come Innuendo, con frasi storiche, prestazione eccellente per tutto il gruppo. Però, senza dubbio, quella che permette di commuovere è quella di Mercury, che pronuncia frasi apocalittiche ben sapendo che per lui l'Apocalisse è vicina, mostrando, come se ce ne fosse ancora bisogno, di essere il migliore. La canzone è molto varia, così come lo è Innuendo, e termina con i cori della band: "Go on... Go on... Go on...".
Nove mesi dopo la pubblicazione di questo album, la morte di Freddie Mercury suggellerà la definizione di ultima, magnificente perla incastonata nella corona della Regina per questo album.