quelli sono bisogni di base, gli ideali entrano in gioco su un piano societario più avanzato, ed essendo l'uomo un animale sociale, ha bisogno di ideali propri per far sopravvivere una sua personale identità all'interno della società stessa, distaccandosi dalle identità altrui in modo da poter interagire costruttivamente con esse (spero si sia capito, non so trovare parole migliori);
tutto chiaro, ma imho il colpevole è il maggiordomo.
un esempio concreto è l'ideale (più o meno condiviso da tutti spero) che uccidere sia sbagliato, questo ideale permette una basilare forma di rispetto verso altre identità umane, e la collaborazione pacifica di due o più individui (dimensione societaria) contribuisce al progresso della specie.
K. Generalizziamo il discorso all'ideale del "rispetto verso l'altro".
1) Non siamo animali nel vero senso della parola, questo è certo. Ma ti sarà mai successo provare una rabbia assurda ed inconsulta verso qualcuno o qualcosa, tanto da volergli fare male fisicamente.
Questa specie di sentimento viene per certo dalla nostra natura animale e istintiva (l'es freudiano, se vuoi) che, al di là della struttura societaria che ci siamo imposti, ci riesce difficile rinnegare del tutto.
Questo porta alla questione:
2) Ti sembra che, in generale, l'ideale di cui tu hai fatto un esempio sia rispettato, in questo preciso momento?
Ci sono 46 guerre nel mondo, e in almeno 40 di esse (così, a occhio), non vi è nessun rispetto per i diritti umani, civili.
Aggiungi gli stupri, aggiungi i crimini contro la famiglia, blablablabla.
L'ideale è "irreale", in questo senso. È una bella cosa, per carità. Ma il senso di lottare per una cosa giusta quando sei tu l'unico stronzo che ci crede e gli altri se ne fregano, si perde un pochetto.
È solo questo che volevo dire; poi che non bisogna uccidere mi sembra una sacrosanta verità.