CtW
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« il: Maggio 09, 2007, 22:06:57 » |
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Breve Introduzione: Benvenuti a tutti nella mia *stupenda* Fic. C'è da fare qualche premesso prima della lettura. Dunque, Umbra mi ha chiesto di postare questa fic qui, però c'è un mInuscolo problema: non credo che la continuerò. Pensate che questi capitoli l'ho scritti l'estate scorsa, quando ancora l'NBBCoso non esisteva ed avevo tempo da vendere. Tuttavia, Umbra wants, I do. Leggetevela, non aspettatevi nulla di eclatante, o cose troppo nuove. Semplicemente il legame tra me ed Alakazam, un Pokémon che ho avuto occasione di allenare sia in RBY, sia in GSC, sia in RSE, e che avrò in DP. Buona lettura a tutti, sperando che vi piaccia. :°
Cercatesori
Capitolo 1 - In trappola?
Era una notte calma a Celestopoli. Il candore di una grande Luna rischiarava qui e là gli alberi, facendoli sembrare quasi coperti di neve. C’era qualche rumore ogni tanto, forse dei Bellsprout che rientravano nei rispettivi buchi di terriccio, o forse dei Nidoran affaccendati, che cercavano provviste per l’inverno. La mia tana, per quanto potesse esser così chiamata, consisteva in un buco profondo come un grande Pikachu e largo altrettanto, ai piedi di un albero davanti ad un laghetto. Mi rifugiavo sempre lì al primo suono di Umani in avvicinamento. Perché questo? Io non amavo gli Umani. Chiunque conoscessi non amava gli Umani. Ero diventato amico della famiglia Radicchio, i Bellsprout che vivevano vicino a me. Uno dei componenti della loro famiglia era stato catturato. Essi mi spiegarono che gli Umani erano malvagi, senza ritegno, possessivi. Appena eri catturato, diventavi una loro macchina da battaglia. Non solo venivi trasformato in un essere atto alla sola distruzione, ma perdevi anche l’appellativo di essere vivente, in favore, piuttosto, di oggetto da possedere. Dissero che stando con loro, in ogni caso si perdeva la libertà: o stavi con loro, segregato in piccolo oggetto, oppure in una prigione, si diceva. Le mie conversazioni con i Radicchio però si limitavano al parlar male dei Cacciatori (ho usato molti termini per definire la specie umana, sempre), o della bassa quantità di Pokémon selvatici che giravano, data l’intelligenza limitata di quel tipo di Pokémon. Velenio, un Nidoran Maschio con cui avevo stretto amicizia per qualche tempo, era stato anche lui catturato, si diceva, da un grosso omone vestito da marinaio. Velenio era molto agguerrito, amava i combattimenti, e spesso mi proponeva sfide di forza. Ma io non ho mai amato combattere, quindi ogni volta declinavo la sua offerta. E per la verità, non ero nemmeno un granchè forte. L’unica cosa che mi avevano insegnato i miei genitori era di Teletrasportarmi via, per salvarmi da quella razza rapitrice e malvagia. Non sapevo fare altro. Decisi a quel punto di prepararmi per la notte che per me durava la maggior parte della giornata, generalmente mangiavo qualche filo d’erba e mi trasferivo nella mia abitazione. Andai vicino al lago, dove l’erba cresceva più rigogliosa: infatti intravidi un ciuffo d’erba enorme, di colore verde brillante. Mi catapultai là per mangiarlo, prima che un altro pokémon potesse vederlo, ma al mio avvicinamento quelle grandi foglie si rivelarono un Oddish spaventato, che mi addormentò grazie alle sue spore. Cercai di reagire ma mi assopii, ed iniziai a dormire. Non so quanto tempo dopo, mi risvegliai e mi trovai davanti a me una figura molto più grande rispetto a me e che stava ritta su due zampe...doveva essere un Umano! In quel momento stesso, mi lanciò un sasso, ed io cercai di evitarlo, ma fui colpito. Al solo tatto con quell’oggetto, mi accorsi che era metallico, quindi non poteva essere un sasso. Giusto il tempo di pensar questo, che vidi il mondo chiudersi di fronte a me, ed aprirsene un altro... che era ben strano! Illuminato, sebbene fosse tutto bianco, ed una piccola branda di fronte a me. E cosa poi? Nulla! Non potevo passare il resto della mia esistenza in quel foro, dovevo uscirne. Presi a spallate una volta la parete bianca. Eppure, non successe nulla. Pensai a Velenio. Cos’avrebbe fatto lui? M’immaginai del Nidoran che prendeva con colpi del corno lo stesso punto in cui io avevo cozzato. Se non c’era riuscito lui, come potevo riuscirci io? L’oggetto che mi aveva risucchiato fece un rumore come quello delle Nidoran Femmine quando sbuffano, e si chiuse ermeticamente, in un altro suono secco e duro, per marcare la mia sconfitta e la mia persa libertà. Ed adesso? Mi sentivo così solo in quel piccolo posto. Mi misi a gridare aiuto, per quanto potessi, ma oltre che bloccata in modo ermetico, doveva essere insonorizzata. Piansi. Non potevo fare nulla per salvarmi e la mia vita era segnata: avrei dovuto vivere per sempre con un oppressore, che mi avrebbe sempre fatto sentire inferiore a lui ed ad ogni altro. Difatti, gli Umani han sempre avuto il vizio delle lotte di Pokémon, e non ci sarei scampato. Ma il mio potere, inutile in battaglia, mi avrebbe portato ad essere rinchiuso in una prigione, insieme ad altri esseri con il mio stesso problema. Sarebbe stata comunque una terribile ed inevitabile prigionia per me, un povero Abra, troppo giovane per non aver libertà.
Capitolo 2 - Poteri Nascosti
Mi ero da qualche minuto steso sulla branda per ritirarmi lì nel mio dolore, quand’ecco che mi trovai fuori da quel buco di color bianco. Inizialmente i miei occhi sfocarono, c’era molta luce dove mi trovavo: che fossero passate ore, invece che pochi minuti? Invece, quando le immagini si fecero più nitide, mi accorsi che mi trovavo al chiuso, e la luce era provocata da alcuni oggetti appesi alle pareti. Chinati su di me, c’erano due Umani: uno di loro, pareva distintamente essere proprio il mio rapitore. Essi erano sorridenti: che stessero degustando già le cattiverie che mi avrebbero fatto in seguito? Dopo questo pensiero, mi impaurii subito, tirandomi indietro. E loro sorpresi, forse, si fermarono perplessi a fissarmi. Ebbi quindi più tempo per squadrarli: colui che mi aveva intrappolato, aveva una folta chioma di capelli scuri, che in molti riccioli scendevano sui suoi occhi. Aveva una grossa faccia tonda e chiara. Invece, l’altra persona, a me ignota, aveva degli strani capelli di color rosso pallido, un cappello con una croce disegnata, ed una veste bianca. L’altro indossava un completo di una tonalità chiara di marrone. D’un tratto, quell’essere dai capelli rossi esclamò: “E’ un po’ impaurito, ma è assolutamente normale per un pokémon che ha sempre vissuto allo stato brado. Ad ogni modo, è un gran bell’Abra. Sono certa che si trasformerà in uno stupendo Alakazam!”. Capivo perfettamente il loro linguaggio. Che fossi pur’io in grado di parlar con quegli esseri rozzi? L’altro pure prese la parola: “Infermiera, crede che mi sarà sempre ostile?” “Certamente no, - disse quella - ma ci potrebbero essere delle complicazioni a trattarlo.” “Farò del mio meglio per farlo sentire sempre il più felice.” Ed egli mi puntò contro quella cosa che mi aveva lanciato poco prima. Improvvisamente, gli dissi: “Aspetta!”. Egli trasalì, spalancando gli occhi, mentre l’altra lo guardò incuriosita. “M..Mi ha.. parlato.” Ammise lui. Lei, con aria saccente, quasi a rimproverarlo per l’inesperienza “Ma certo! Questa è proprio una delle doti degli Abra, la telepatia. Generalmente funziona con le emozioni, però sembra che possa capire il nostro parlare e riutilizzarlo. E ciò sarebbe sorprendente!” “Testiamolo!” replicò lui, con un ghigno divertito “Come mi chiamo, io?”. Lo osservai negli occhi... “Non lo so, dimmelo, per piacere.”. Si passò il dito indice orizzontalmente sotto il naso, sorridente “Marco, mi chiamo Marco. Sei un Abra molto intelligente. Se ti piace il nome, mi piacerebbe chiamarti Kazam, sei d’accordo?”. Mi ripetei più volte il nome nella mente... Kazam. Kazam! Suonava bene! “Non è brutto.” “Allora - incalzò lui - è deciso, Kazam!” Ad un tratto i suoi occhi si fecero seri. Che adesso volesse sancire il nostro vincolo di possesso, tra Pokémon considerato come oggetto e un malvagio Umano? “Ascolta, Kazam - quindi disse - d’ora in poi, vorrei essere tuo amico, insegnarti nuove cose, e soprattutto un nuovo modo di usare il tuo potere nascosto...”. D’un tratto, lo guardai con un occhio diverso, aveva provato la sua onestà e mi aveva offerto amicizia ed aiuto, poteva essere una brava persona? Ed in più mi aveva parlato di un potere nascosto. Quale potere? Di cosa parlava? “Sì, mi piacerebbe, grazie. Ma scusami, quale potere speciale?” “Quale potere? - disse sorpreso - Tu, evolvendoti, saresti un Pokémon davvero potentissimo in battaglia.”. Ecco, che parlava di battaglia. Io odiavo combattere, come potevo dirglielo? Quindi, chiaro e tondo, lo ammisi: “Io odio le battaglie, mi spiace. E comunque, non ho capacità in quel settore.”. Egli mi rispose, allora: “Dunque, ti conosco meglio di quanto tu conosca te stesso... Guarda là!”, e mi indicò un oggetto con l’indice “Pensa intensamente a quella lampada. Visualizzala nella mente, e pensa che si alzi dal tavolo.” Feci, secondo le sue istruzioni, e la cosa luminosa si alzò realmente secondo i miei pensieri... Era incredibile! Questa cosa era sbalorditiva! Sapevo fare qualcosa! Ero così felice che persi la concentrazione, e la lampada si frantumò in terra. “Ma... Scusa. Ma come posso fare questo?”. Con un’incredibile naturalezza, mi disse: “Sono i tuoi fantastici poteri psichici. E con l’allenamento potrebbero gonfiarsi ancora molto, fino ad arrivare fino a livelli incredibili. Te l’immagini?”. Mi vidi, contro Velenio. Lui che mi caricava, puntandomi il corno, ed io, con i miei poteri psichici, che lo bloccavo, lo facevo alzare in volo e quindi lo rimettevo in terra dimostrandogli la mia superiorità. Avevo veramente dei poteri incredibili ed invidiabili, che non vedevo l’ora di migliorare o magari provare in una battaglia contro altri Pokémon.
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