Nelle ultime due lezioni di filosofia che, lo ammetto, sono state devastanti, mi hanno fatto sudare peggio di un'ora di corsa, il prof. ha ripetuto per non meno di 20 volte la locuzione "scelta etica".
Cosa significa? Cosa vuol dire compiere un persorso di miglioramente etico di sè? Perché l'intero genere umano si sente "incompleto" e, attraverso la comprensione delle azioni degli altri, tenta di migliorare la struttura sociale sottostante la società?
Parallelamente, l'egoismo non può certo essere considerato "eticamente" corretto. È l'archetipo del comportamento da evitare, viene stigmatizzato in continuazione anche se è un comportamento che troviamo in continuazione nel mondo naturale, regola i rapporti tra
ogni essere vivente, regola perfino le interazioni tra i suoi geni, la stessa teoria della selezione naturale si basa su un comportamento altamente egoistico basato sulla sopravviventadi uno a scapito di molti altri. Nelle società umane, ad esempio nella società occidentale, l'intera economia di mercato si fonda su comportamente eticamente scorretti, basti pensare ai manager delle grandi banche americane che, pochissimi, si sono arricchiti a dismisura gettando nella miseria milioni di persone.
Come si spiega quindi questo scollamento tra un comportamento e un modo di agire ideale e la realtà? Abbiamo prodotto 2000 anni di riflessione filosofica assolutamente utopistica? Oppure è la nostra società che non ha ancora capito nulla, evitando costantemente di imboccare quella che sembra essere l'unica strada per un effettivo miglioramento dell'individuo e del rapporto tra l'individuo e la società?
Sono mesi, anni forse che mi faccio queste domande, e non sono riuscito a trovare una risposta, per cui, purtroppo non mi aspetto grandi risultati da questa discussione, spero comunque che si arrivi a conoscersi un po' meglio noi stessi.
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.
William Shakespare, Amleto